PEDAGOGIA: la rivoluzione d'infanzia (dal bambino innocente al fanciullo soldato)


Nel corso del decennio rivoluzionario la figura del bambino fu idealizzata, il bambino fu eletto a simbolo della purezza, dell'innocenza, della forza della rivoluzione stessa, metafora dell'uomo nuovo, non corrotto dal passato. I fanciulli furono così celebrati come la speranza per il futuro della Repubblica.

Questa igienizzazione costituì un elemento centrale della propaganda e della ideologia rivoluzionaria. La rigenerazione dell'uomo repubblicano non doveva essere solo morale, interiore, ma doveva essere anche corporea, visibile.
La Francia repubblicana aveva forgiato una razza sana, forte e  virtuosa, educata alla frugalità e al lavoro, non alle mollezze e ai vizi dell'aristocrazia.

Sui corpi dei bambini si indirizzavano  nuove aspettative che coinvolgevano la:
-medicina
-leducazione civica e ginnica
Nei progetti educativi rivoluzionari il lavoro manuale la fatica fisica erano concepiti come mezzi efficaci per fortificare la volontà infondendo lo spirito di sacrificio proprio del buon repubblicano. Il bambino abituato a compiere lavori faticosi sarebbe divenuto un eccellente soldato. I rivoluzionari si sforzarono di rendere operativi questi principi imponendo alla gioventù esercizi fisici e militari con alcuni decreti che, non ebbero attuazione pratica.

Analoghi cambiamenti si verificarono anche nel modo di intendere l'assistenza all'infanzia abbandonata e agli orfani. Nella prima fase della rivoluzione, quella monarchico costituzionale, il duca di yankourt, in qualità di presidente del comitato di mendicità si occupò dei bambini abbandonati alla nascita dei brefotrofi in genere da madri nubili. Nel riprendere la pedagogia di Pestalozzi, egli rimarcò l'importanza del legame affettivo madre e figlio. Per questo sosteneva che solo l'educazione familiare poteva garantire un'adeguata formazione morale. Era dunque necessario prevenire l'abbandono, aiutando le famiglie povere con elargizioni di denaro,sostenendo le madri nubili e incoraggiando ad  tenere con sé i bambini e si dovevano facilitare la restituzione dei figli naturali ai genitori.

Il 18 agosto 1692 si arrivò alla promulgazione di una legge sull'adozione che però, restò largamente disattesa perché poche furono le famiglie disposte ad adottare un esposto, cioè un bambino abbandonato.

In ogni caso la legislazione rivoluzionaria attribuì allo stato il compito di provvedere agli orfani e agli esposti, mettendoli sullo stesso piano dei bambini poveri con famiglia e nazionalizzando l'assistenza pubblica.
Questa fratellanza laica garantiva a tutti i bambini con o senza famiglia l'uguaglianza dei diritti. L'infanzia, età della debolezza fisica e del non sapere diveniva nel biennio giacobino modello di virtù morale di coraggio militare il bambino come diceva Rousseau nasceva innocente. Era la società che lo corrompeva, impartendogli una educazione sbagliata poichè gli insegnava le superstizioni religiose.
Il bambino dunque simboleggiava la Nuova Francia rivoluzionaria.
- democratica 
- egualitaria.

Per questo motivo i francesi sin da piccoli dovevano imparare a divenire cittadini-soldati.
Si trattava di un progetto pedagogico utopico e totalitario


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