PSICOLOGIA:La psicologia della folle







"Perché gli individui nella folla manifestano comportamenti spesso irrazionali, istintivi e agivano come contagiati dalla condotta degli altri?"

Questa fu una domanda che nella seconda metà dell'Ottocento la psicologia collettiva si pose.


Tra i primi studi di psicologia collettiva troviamo proprio quelli sulla psicologia del folle.
Gustave Le Bon
 
Lo studioso francese Gustave Le Bon(1841-1931), pubblicò nel 1895 psicologia delle folle

opera di Gustave Le Bon



Un'opera che ebbe vasta risonanza nella cultura dell'epoca. Infatti è la prima opera che studia il comportamento delle folle, cercando di individuare le loro caratteristiche e le tecniche utilizzabili per guidarle e controllarle.

Per Le Bon, quando l'individuo singolo è parte di una folla mette in atto comportamenti e atteggiamenti istintivi, meno razionali rispetto a quelli che esprime quando è solo. La sua analisi ci consegna una folla influenzabile e acritica.
Nella folla avviene una sorta di contagio e l'individuo agisce come se fosse sotto l'effetto di una suggestione, esasperando le sue emozioni. L'interesse collettivo va a sostituire l'interesse personale del singolo, per suggestionabilità, si intende la tendenza del singolo soggetto a farsi influenzare da ciò che decide la folla, egli infatti non è consapevole di ciò che fa, si comporta quasi come un automa sotto la volontà della massa.

Le Bon sottolinea quindi che l'individuo nella folla si comporta in modo istintivo, facendo prevalere la sua parte irrazionale su quella razionale, pertanto l'attività psichica del singolo soggetto si modifica notevolmente quando egli viene a far parte di una folla.
Egli sostiene che quindi sia necessario un capo che possa condurre questa folla, in modo tale da orientare queste tendenze istintive.



Nel 1921 Sigmund Freud riprese questi temi in psicologia delle masse e analisi dell'io.
Testo nel quale gettò i primi fondamenti delle motivazioni profonde che inducono gli individui a comportarsi nella folla in modo diverso da come si comporterebbero isolatamente.
Secondo Freud per capire il comportamento di una folla è necessario comprendere il comportamento del singolo. Poiché si tratta di cogliere i meccanismi inconsci che stanno alla base dei comportamenti individuali all'interno di una folla più ampia.


Freud fa riferimento proprio ad un'opera di Le Bon, ma fa un'analisi diversa, anche se parte dalla stessa premessa, ovvero quando l'uomo è componente di una massa, le sue caratteristiche personali scompaiono, ciò che lo distingue dagli altri individui non esiste più punto la personalità è singolo si annulla lasciando spazio a quella che è la personalità della massa, che diventa poi omogenea per tutti i componenti.
In questa nuova visione, l'uomo acquista un senso di potenza perché non è più solo, in quanto la folla garantisce l'anonimato e all'interno di essa. Inoltre le responsabilità sono totalmente suddivise tra i vari componenti.
Nella massa agiscono pulsioni libidine che sviate dalle mete sessuali originarie sono trasferite verso la folla e verso il capovirgola creando dei legami tra essi . Freud, quindi fa ricorso al concetto di identificazione, gli individui della massa si identificano con gli altri individui rinunciando alla propria autonomia e progettando le qualità ideali sul capo, che rappresenta tali caratteristiche.
Il comportamento umano nella folla ha dunque la sua origine in elementi inconsci.

Massa e folla sono due termini che la psicologia sociale gli attribuisce due significati diversi.
Per massa: si intende una vasta collettività nella quale è possibile riscontrare una certa omogeneità di mentalità e comportamento.
La psicologia della massa è il settore della psicologia sociale che si occupa di questi fenomeni, studia ad esempio 
  • la scolarizzazione,



  • L'urbanizzazione










  • La comunicazione di massa.













La folla è, invece, una agglomerato ampio di persone fisicamente presenti in uno stesso luogo, calaglomerato si può trasformare in un insieme di individui uniti tra loro da medesime emozioni e finalità. L'individuo perde allora parte della sua identità individuale e assume momentaneamente l'identità sociale della folla.






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