ANTROPOLOGIA: Antropologia della contemporaneità
Negli anni 80 e 90 ci fu in ambito antropologico una critica del concetto di cultura così come era stato per molto tempo inteso in antropologia. Secondo questi antropologi il discorso sulle culture aveva ridotto il mondo a una specie di mosaico-culturale, irrigidito nelle differenze, mentre la realtà si presentava nei fatti assai più fluida di quanto si pensasse. A questo cambiamento nel modo di considerarla cultura e le culture hanno concorso dei fenomeni che si sono rivelati in tutto la loro portata a partire dagli anni 60 e 80. Si tratta di:
- immigrazioni
- diffusione dei media
L'uso del concetto di cultura è diventato, più problematico di un tempo, e ciò è venuto paradossalmente in relazione alla frequenza sempre maggiore con cui esso compare nei discorsi dei media e dei politici, oltre che nel linguaggio di tutti i giorni. Infatti media e politici e la maggior parte delle persone usano il concetto di cultura come una volta lo usavano gli antropologi.
Per lo più cultura sta indicare una:
- mentalità, una moda, i gusti alimentari, il nomadismo di alcune comunità, lo stile di vita dei giovani, un complesso di conoscenze tecnologiche, un modo di condurre un'azienda, di arredare una casa.....
Il concetto di cultura viene insomma utilizzato per rendere riconoscibili circoscrivendoli definendoli, modi di pensare di comportarsi, dando loro con questo termine una specie di consistenza .Quello di cultura è diventato infatti un concetto buono per tutte le occasioni e spesso un modo per stigmatizzare in maniera negativa la diversità culturale.
Questo uso diffuso, e molte volte disinvolto e, del concetto di cultura ha indotto molti antropologi a ritenere che il concetto, come tale, abbia esaurito il proprio compito, almeno in campo antropologico. Tale compito era consentito nel fare emergere i popoli altri dalle nebbie della storia ed etnocentrismo europeo . Tuttavia fare a meno del concetto di cultura vorrebbe dire rinunciare al concetto cardine su cui l'antropologia ha costruito il proprio discorso sul genero umano, la specificità stessa del genere umano, se vogliamo distinguere quest'ultimo dalle altre specie in quanto genero data delle capacità di produrre simboli e dare un significato ai propri comportamenti. Infatti gli antropologi continuano a parlare di culture e di culture, sebbene con tutte le precauzioni che spesso sfuggono ai giornalisti, e politici e ai non specialisti della materia.
A causa di questo disagio nei confronti del concetto di cultura gli antropologi hanno rinnovato metodi di ricerca e terminologie.
Ha sostenuto che il termine cultura dovrebbe essere usato nella sua forma di aggettivo, culturale, unitamente a un sostantivo di cui si voglia sottolineare il carattere mobile che la parola cultura, così come usata, invece non possiede.
Allo scopo di individuare gli aspetti del mondo contemporaneo su cui è possibile condurre un'analisi culturale, Appadurai ha coniato espressioni come:
- Etno-rama(per riferirsi ai nuovi paesaggi umani che si creano per effetto dello spostamento di popolazioni nelle varie parti del pianeta)
- Medio-rama(per riferirsi ai flussi di immagini informazioni generati dai media che creano nuovi immaginari in persona appartenenti ad ambiti culturali diversi)
- Ideo-rama(per riferirsi alle idee che, grazie ai media e agli spostamenti di esseri umani, viaggiano da un capo all'altro del mondo, incontrandosi con le tradizioni locali e dando origine ai nuovi modi di intendere quelle stesse idee, come per esempio la libertà la democrazia e la sessualità eccetera ecc)
In una prospettiva per certi aspetti simile a quella di Appadurai si pone l'antropologo francese Marc Augé (1935), che studia come le culture contemporanee riformulano alcuni dei fondamenti. Alla luce di ciò che egli chiama surmodernità. Questo termine vuole indicare tre fenomeni del nostro tempo:
- Accelerazione della storia
- Il restringimento dello spazio
- Individualizzazione dei destini
Nella prospettiva di Augé l'antropologia si presenta come una chiave di interpretazione del nostro mo ndo contemporaneo attraverso l'esperienza degli altri. L'antropologia mantiene così, rinnovata e, la sua vocazione di studio del genere umano.
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