PEDAGOGIA:Comenio e la fondazione della didattica





Le opere più celebri, nelle quali Comenio illustrò i caratteri del suo modello di scuola e della sua pedagogia, sono la Didactica magna (1633-1638) e la Pampaedia (1656). Lo studioso moravo vi raccolse le suggestioni di un altro educatore vissuto poco prima di lui, Wolfgang Ratke (1571-1635). Questi aveva elaborato il suo sistema educati- vo basandosi su una concezione empirista della conoscenza: l'educazione corretta procedeva dai sensi all'intelletto, quindi dalle cose ai nomi delle co-elas se, dal particolare al generale, dalla madrelingua alle lingue straniere. Ratke aveva sostenuto l'importanza, accanto alla conoscenza del latino, delle discipline che si riferiscono a cose concrete (realia), come le scienze, la storia, la geografia, l'economia. Comenio riuscì a coniugare l'empirismo di Ratke con la sua prospettiva saldamente religiosa.




L'influsso di Ratke si coglie, in modo particolare, nella pratica didattica di Comenio basata sull'educazione secondo natura: occorre iniziare dai sensi, ovvero da ciò che il bambino vede e sente, quindi dalle "cose". In assenza delle cose, queste vanno presentate per immagini. Vedendo la "cosa" il bambino se ne forma una percezione sensibile, sulla base della quale si genera l'idea. L'intelletto è
descritto come uno specchio interiore che riceve, ordina e moltiplica le immagini. L'immagine delle cose è una rappresentazione, l'imma gine della rappresentazione è la parola.

Conoscere il rapporto che lega tra loro le rappresentazioni significa conoscere le cause delle cose. La parola "cane" designa l'immagine del cane (un dise gno) che, a sua volta, rimanda al cane reale. Il cane è un mammifero: associan- do più animali mammiferi, il bambino può capire il concetto di mammifero.




Ideatore di testi scolastici Per facilitare questo procedimento Comenio elaborò il primo libro didattico illustrato, l'Orbis sensualium pictus (1658). La prima edizione fu pubblicata nel 1658 a Norimberga e conteneva la versione
in lingua latina con la traduzione in tedesco a fronte. L'anno seguente usci l'edizione inglese-latina e nel 1666 la prima edizione quadrilingue, seguita da diverse altre edizioni. Scopo del libro era insegnare i nomi delle "cose" in latino e nelle lingue moderne.

Il volume si apriva con un dialogo tra maestro e allievo. In esso il maestro incitava il bambino a imparare la saggezza, mediante la capacità di compren- dere rettamente, di agire bene e di parlare di tutto con proprietà. La prima lezione verteva su Dio, poi seguiva la creazione. Ogni pagina era illustrata. Dio era rappresentato come un triangolo inscritto in un cerchio. Seguivano i quattro elementi, i minerali, la frutta e le piante, gli animali, l'essere umano (composto di anima e corpo), una serie di mestieri, ambienti della casa, am- bienti marini, la scuola, i libri, gli strumenti musicali, sino a concetti astratti personificati come la filosofia e la geometria.

Erano inoltre presentate nozioni di:
 astronomia 
geografia, 
le virtù morali, 
la famiglia, 
i giochi dei fanciulli, 
il re, 
l'esercito, 
la marina, 
la chiesa, 
le religioni sino al giudizio universale e infine nuovamente il maestro con l'allievo. 

L'ultima pagina, con la stessa immagine della prima, si chiudeva con l'esortazione del maestro a invocare la sapienza dallo Spirito Santo. L'andamento del libro era circolare: si apriva e si chiudeva con Dio. La natura era rappresentata in modo organico e attento, ma sempre rimandava a Dio creatore.

Alla vista era attribuita una funzione fondamentale. Il lettore trovava nelle immagini la raffigurazione di tutte le parole presenti nel testo e, per aiutarlo a individuare la corrispondenza tra parola e immagine, Comenio provvide a scrivere dei numeri accanto al disegno di ogni oggetto. La procedura era anche efficace sotto il profilo mnemonico e logico, perché ogni vignetta rag- gruppava insieme cose appartenenti alla stessa classe o a essa contigue (per esempio per "fuoco" erano rappresentati il fuoco nel camino, un incendio, la scintilla, i fiammiferi, la cenere, il carbone).

Come si è anticipato poco sopra si trattava di una prassi tipica della concezione empirista del sapere secondo cui le idee si associano per similitudine e vicinanza. L'attenzione alle cose concrete si nota nella cura delle immagini, semplici incisioni in legno che riproducono però fedelmente la realtà. Lo sguardo scientifico si coglie appieno nelle rappresentazioni del corpo umano, mostrato anche in sezione anatomica, con scheletro, ossa e vasi sanguigni. Comenio aveva già scritto un altro celebre testo, lanua linguarum reserata (1631), in cui aveva usato il metodo del parallelismo tra lingua latina e lingue moderne.
In queste e in altre opere egli applicò concretamente il metodo Jella gradualità, spiegando agli alunni i concetti astratti partendo sempre dal concreto, dal noto per giungere all'ignoto, abbandonando gli schemi retorici del tempo (che si affidavano molto alla memoria) e facendo tesoro delle co- noscenze scientifiche dell'età rinascimentale.


L'influenza di Comenio esercitò un profondo influsso sull'Europa centrosettentrionale e orientale, ovvero in ambito protestante. La sua forte impronta religiosa venne però ben presto stemperata e la sua didattica fu spesso scissa dalla sua pedagogia. Edizioni settecentesche, per esempio, esclusero dall'Orbis le pagine religiose e rimaneggiarono l'indice, dassificando la natura secondo un ordine puramente scientifico e non più anche teologico.

L'idea di libri scolastici illustrati ebbe grande fortuna e fu ripresa nel XVIII secolo. Grazie a migliorie tecniche, le immagini furono perfezionate, sino a che si ebbero libri con raffigurazioni assolutamente realistiche di piante e animali, libri nei quali però scompariva l'idea di una classificazione filosofi- co-teologica degli oggetti. Le "cose", cioè, nell'età dei Lumi non rimanda- vano più a una realtà ultrasensibile. Gli oggetti erano rappresentati senza un nesso causale religioso; il realismo aveva smarrito la valenza simbolica della rappresentazione. L'uso e l'ordine delle immagini nei libri di scuola, in altre parole, persero la dimensione simbolica per assumere caratteristi- che soltanto didattiche.

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