PEDAGOGIA:Riforma protestante e Riforma cattolica

 Riforma protestante e Riforma cattolica


Per molto tempo si è pensato che il Rinascimento e l'Umanesimo si fosse affermato in una cultura già marcamente laica più soffocata nell'età delle riforme religiose.
L'incertezza e l'inquietudine degli intellettuali non erano penetrate nel popolo, che piuttosto manifestava la sua Fede, particolarmente nelle campagne, con una devozione semplice, spesso intrisa di superstizione. Nella prima metà del cinquecento l'Europa fu percorsa da numerosi fermenti che miravano a moralizzare la cristianità. Il movimento di riforma interno alla chiesa, la riforma cattolica iniziò ben prima dello scisma di Lutero:
  •  Occorreva combattere l'ignoranza religiosa,
  •  il male morale 
  •  l'incertezza dottrinale. 
L' autorità papale era già stata minata dal periodo avignonese.





                   

Il timore che le dottrine conciliariste prendessero sopravvento indusse il papato a temporeggiare di fronte alle richieste interne di riforma, alla crescente opposizione di Lutero e all'espansione della sua dottrina, sicché quando finalmente il Concilio di Trento fu convocato nel 1545 la spaccattura interna alla cristianità si era ormai consumata. Ritardi e difficoltà politiche rinvii dovuti alle pestilenze bloccarono poi i lavori sino al 1563. Il Concilio si concluse con l’approvazione di :ù
  • una serie di decreti  dogmatici disciplinari. 
Che riaffermarono la verità della fede cattolica ristabilimento la saldezza della dottrina messa in crisi dalle:
  •  dispute teologiche, 
  • dalle contestazioni filosofiche,
  •  dal lassismo nel comportamento di parte del clero.
Il concilio di Trento affermò che la sola Fede non salva l'essere umano, ma corrono anche le opere dunque è necessario operare bene nel mondo: l'essere umano quindi coopera alla grazia. La cultura non è fino a se stessa, ma va indirizzata al bene comune: attraverso questo si persegue anche la salvezza personale.
La Chiesa depositaria del magistrato di Cristo, ha il dovere di insegnare e avviare al  bene tutti gli esseri umani. Di qui la grande azione educativa esercitata dalla chiesa postridentina:
  •  con l'apertura di seminari per la formazione del clero, posti sotto la vigilanza dei vescovi
  •   l'imposizione (ai vescovi)che vede l'obbligo della residenza e con la descrizione delle modalità ideale di vescovo pastore di anime e non come un signore politico, quindi rafforzamento dell'uomo del ruolo del parroco.
 Occorreva, insomma educare moralizzare gli ecclesiastici e laici quindi educare i genitori i bambini gli adolescenti può avere ricchi e gli uomini e sovrani alle virtù cristiane.

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