ANTROPOLOGIA: il pensiero concreto e astratto

Le culture non sono universi chiusi, e quindi parlare di modi di comunicare le informazioni, di conoscere il mondo e di pensare,  fa capire che le culture non sono costrette dentro la gabbia dei loro modelli. Si possono tuttavia fissare alcuni principi generali:
-distinzione tra pensiero concreto e pensiero astratto
- distinzione tra comunicazione orale e comunicazione scritta
-percezione del tempo e dello spazio

Il confronto tra gli stili di classificazione di comunicazione concreta/astratta, orale/scritta, così come quello tra concezioni del tempo e dello spazio, non va inteso nel senso di un'opposizione assoluta bensì come una tensione relativa alla maggioranza delle situazioni infatti, la presenza di un termine dell'opposizione, per esempio l’oralità non esclude quell'altro, la scrittura. Esse coesistono all'interno della medesima cultura.


Tutti gli esseri umani sono più o meno dotati delle stesse capacità sensoriali intellettuali e, se vi sono differenze tra loro, queste si manifestano all'interno di tutte le culture e non tra alcune.



I primi europei che si accostavano a quelli che una volta erano chiamati i popoli primitivi erano colpiti dal fatto che molti di loro avessero sistemi di numerazione che non superavano poche unità. In seguito si stupirono anche dell'assenza, presso molti popoli, di un concetto astratto di spazio di tempo. Quando i contatti con queste popolazioni si erano ormai fatti più frequenti, i primi etnografi segnalarono anche che i primitivi sembravano interessati alla flora e alla fauna del loro ambiente, ma solo in relazione alle specie che consideravano utili, mentre tutte le altre non sembravano suscitare in loro la minima curiosità. Ci si stupiva per esempio che certi popolazioni, avessero una sola parola per indicare tutte le piante, o che altre conoscessero un solo termine, per esempio animale volante, per indicare tutte le varietà di uccelli. Molti di queste segnalazioni erano tuttavia  la conseguenza di osservazioni superficiali , errate o dalla scarsa conoscenza della lingua di quelle popolazioni. Infatti, in seguito, alcuni di questi popoli si rivelarono in possesso di un numero di vocaboli a sé elevato  per descrivere i fenomeni naturali.

Inuit studiati dai primi antropologi tra la fine dell'Ottocento e inizi del secolo successivo presentavano un'organizzazione sociale molto semplice come la loro tecnologia, (per quanto  straordinariamente efficace). Tuttavia essi avevano e hanno tuttora, un numero per noi strabiliante di termini con cui chiamare le cose, come la neve. Questa popolazione, infatti,utilizza svariati termini per chiamarla a  seconda di come cadesse, con quale intensità, con che consistenza........ 
 ciò è segno del fatto che essi hanno elaborato una conoscenza molto dettagliata dell'ambiente nel quale sono vissuti per secoli e forse  per millenni.

Come fu appurato in seguito, a mancare a questi popoli non erano i termini con cui descrive l'ambiente naturale circostante.
Il punto è che le loro classificazioni sono meno sistematiche di quelle che troviamo nei volumi di botanica o di zoologia perché, diversamente da queste ultime che sono un elaborazione estremamente recente della scienza moderna, esse derivano dall'esperienza concreta e non da una riflessione astratta.

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